Tuesday, December 27, 2022

TR_2 farmaci per il cuore

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Il farmaco promuove la transizione della forma tachiaritmica della fibrillazione atriale a bradyarrhythmic e la scomparsa di irregolarità e palpitazioni. Come con tutti gli altri farmaci il prodotto puo' essere usato in gravidanza soltanto in caso di effettiva necessita' e sotto diretto controllo del medico. Tuttavia, i beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, chepuo' causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri.Inoltre, si possono verificare reazioni avverse .

Oltre alla malattia di Graves, sussistono numerose altre cause di ipertiroidismo (gozzo multinodulare tossico, adenoma di Plummer, tiroidite in fase dismissiva, tireopatia da amiodarone, assunzione factitia di ormoni tiroidei, resistenza periferica agli ormoni tiroidei, adenoma ipofisario TSH-secernente) . Non vengano usati in chi ha problemi al cuore o in chi sta già assumendo farmaci con effetti indesiderati sul cuore. I rischi per il cuore sono maggiori se questi medicinali vengono assunti per lunghi periodi, a dosaggi elevati e in persone che già hanno problemi al cuore, anziani, bambini. Sono usati da anni nella gestione del paziente cirrotico con ipertensione portale al fine di ridurre il rischio di sanguinamento da rottura di varici esofagee. Non ci sono preclusioni per la scelta del farmaco ad eccezione della metildopa, per il rischio di depressione post partum, e con l’unica avvertenza di “compatibilità” con l’allattamento al seno (ESH/ESC 2018). Il cookie viene utilizzato per mantenere aperta e sicura una sessione utente autenticata per tutta la durata della visita sul sito web.

Sensazione di freddo alle estremità, capogiri, cefalea, disturbi del sonno e disturbi gastro-intestinali. I vari metaboliti prodotti al livello epatico vengono successivamente escreti per via urinaria. La diretta azione antipertensiva, invece, seppur ampiamente osservata nei vari trial clinici, non è stata ancora del tutto caratterizzata.

Lo scompenso cardiocircolatorio è un’evenienza rara nei soggetti giovani, soprattutto in assenza di una cardiopatia organica, mentre compare con maggiore frequenza negli anziani e negli ipertiroidismi di vecchia data. L’infiltrazione linfocitaria e la presenza di anticorpi anti Tg e antiTPO sia nella tiroidite di Hashimoto che nella malattia di Graves confermano l’eziopatogenesi autoimmune di entrambi i disordini. Inoltre, è noto che l’ipertiroidismo da morbo di Basedow può virare a tiroidite di Hashimoto e ipotiroidismo, e viceversa . Ulteriore conferma deriva dalla coesistenza, in membri della stessa famiglia, di soggetti affetti da morbo di Basedow e di soggetti affetti da tiroidite cronica autoimmune .

Inoltre, possibili effetti collaterali, quali vertigini, cefalea e sonnolenza, potrebbero rendere pericoloso l'uso di macchinari e la guida di autoveicoli. I pazienti anziani hanno un livello di energia vitale più basso della media e quindi una minore reattività allo stimolo omeopatico. Ciò nonostante il caso clinico dimostra inequivocabilmente che il rimedio preciso porta sempre risultati terapeutici, fino a soluzione di malattie degenerative con riattivazione di tessuti che sembrano definitivamente atrofizzati . E’ stato determinante l’apporto della figlia della paziente per l’attendibilità e la precisione nel riportare la sintomatologia. Dei 13 anni di terapia sono stati estrapolati i momenti più significativi, elencati cronologicamente per mantenere il senso evolutivo del case report, corrispondenti alla malattia degenerativa in causa al momento o alla esacerbazione di una di esse.

Una spiccata bradicardia può essere corretta con 1-2 mg di atropina somministrata per via endovenosa e/o con un pace-maker cardiaco. Se necessario, a questa può far seguito una dose di 10 mg di glucagone in bolo per via endovenosa, che può essere ripetuta o seguita da 1-10 mg/h di glucagone per infusione endovenosa in funzione della risposta. Nel caso non vi fosse risposta al glucagone o questo non fosse disponibile, si ricorra a uno stimolante beta-adrenocettore quale la dobutamina, alla dose di 2, mcg/kg/min per infusione endovenosa. La dose iniziale di 40 mg due o tre volte al giorno può essere aumentata della medesima quantità ad intervalli settimanali in relazione alla risposta del paziente. Una risposta adeguata nell'ansia, nell'emicrania e nei tremori essenziali di solito si ottiene con un range di dosi tra 80 e 160 mg/giorno.

Più spesso, il loro uso è mostrato nei bambini con una bassa pressione sanguigna iniziale e una diminuzione della contrattilità del miocardio. Nei neonati, la dose di saturazione di digossina è inferiore a 0,01-0,03 mg / kg. Per disturbo parossistico del ritmo si intende l'apparizione e la scomparsa improvvisa.

È bene ricordare, inoltre, che i beta-bloccanti possono interferire con gli effetti di altri farmaci, modificandone l’efficacia; per avere chiarimenti in merito a questa evenienza, è opportuno consultare il medico o il farmacista e leggere attentamente il foglietto illustrativo presente nella confezione. In ogni caso, la scelta del farmaco da adottare spetta al medico, il quale valuterà la terapia più appropriata considerando le variazioni individuali e la situazione clinica del singolo paziente, soppesando quindi il cosiddetto rapporto rischio-beneficio. L’utilizzo dei beta-bloccanti in gravidanza o nel periodo dell’allattamento è in genere sconsigliato, proprio in virtù dei possibili effetti collaterali. È importante, inoltre, in caso di diminuzione del dosaggio o interruzione della terapia, scalare gradualmente la dose del farmaco, per evitare pericolose crisi ipertensive, condizioni caratterizzate da un aumento improvviso e violento della pressione del sangue. Si noti che non sono in genere raccomandati come farmaci di prima scelta per il trattamento della pressione alta, se non in associazione o in alternativa ad altri medicinali . L'aspettativa per il trattamento è stata definita dalle attese al basale di un paziente riguardo alla riduzione del dolore facciale grazie al farmaco in studio.

Per ognuno di questi eventi si mostrano i sintomi soggettivi ed oggettivi più significativi, talvolta riportando le parole stesse della paziente. Vengono evidenziate le indicazione repertoriali ed infine la prescrizione, i risultati e l’evoluzione. L'ipertiroidismo si associa ad un aumento dell'incidenza di episodi tromboembolici sia cerebrali che arteriosi sistemici soprattutto se in paziente anziani con scompenso cardiaco, FA , dilatazione atriale e patologia valvolare mitralica.

Il broncospasmo viene osservato con maggior frequenza nei pazienti con disturbi ostruttivi ai bronchi. In questo caso i farmaci betabloccanti β1 selettivi sono quelli più indicati, visto che i recettori dei bronchioli sono di tipo β2. I farmaci beta-bloccanti sono sostanze che bloccano i recettori beta-adrenergici, ampiamente diffusi in vari organi del nostro corpo.

Gli antiaritmici di classe III svolgono la loro attività bloccando i canali del potassio e inibendo la ripolarizzazione delle membrane delle cellule cardiache. In particolare, i cosiddetti diuretici dell’ansa come il furosemide (ad esempio Diretif®) causano anche la perdita di minerali importanti come magnesio, potassio o zinco e possono ridurre il livello di vitamina B1. I diuretici tiazidici (idroclorotiazide come Benazepril Idroclorotiazide EG®, Esidrex®) favoriscono l’eliminazione di acido folico, vitamina B6 e vitamina B12 e possono aumentare il livello di omocisteina. Il magnesio può ridurre l’efficacia di determinati antibiotici a base di inibitori della DNA girasi e di tetracicline. I pazienti che necessitano di questi farmaci dovrebbero assumere il magnesio rispettando un intervallo di due ore. Se si assume L-carnitina contemporaneamente a farmaci ipoglicemizzanti, c’è il rischio di ipoglicemia.

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